Visualizzazioni totali

lunedì 3 ottobre 2011

Manetti bros, incontri ravvicinati del quarto tipo

di Lorenzo Lamperti

Pubblichiamo di seguito il testo di un'intervista realizzata ai Manetti bros. lo scorso 3 settembre, quando i due fratelli registi, tra le altre cose, di Piano 17 si trovavano al Festival di Venezia per presentare L'arrivo di Wang.

Come ci si sente a essere per la prima volta al festival di Venezia con un vostro film?“È un misto di felicità e paura. Siamo un po’ preoccupati perché siamo qui con un film che non è tipico per un festival come quello di Venezia. Ci sentiamo molto degli outsider qui al Lido”.
Come nasce l’idea di girare un film di fantascienza?“Nasce dall’incontro con i più grandi cervelli della grafica 3D in Italia, quelli della Palantir Digital, una squadra dove c’è tra gli altri anche Maurizio Memoli, che ha lavorato ai modelli di Avatar. Il 3d in Italia non ha ancora preso piede al cinema, ma visto che loro volevano fare un film e noi già li conoscevamo ci siamo detti: perché non unire le forze?”
Per il vostro film precedente, Piano 17, si era parlato molto del vostro basso budget. Qui invece quali sono state le spese di produzione?“Quando si fa un film di genere in Italia le spese sono sempre e per forza basse. Però stavolta abbiamo deciso di non dire quanto abbiamo speso, perché se no finisce come per Piano 17, che si parla solo di quello e non del film.”
È raro che in Italia si faccia un film sugli alieni. Quest’anno invece arrivano a Venezia ben due film con questo argomento: il vostro e quello di Gipi. Cosa può significare?“Noi e Gipi facciamo parte della stessa generazione. Siamo cresciuti con i fumetti e i romanzi di fantascienza. I nostri film saranno sicuramente molto diversi, però il fatto che ci ritroviamo qui insieme credo sia un buon segno. Magari è la volta buona che il cinema italiano conosca un ricambio culturale e ci si avvicini un po’ al cinema di genere.”
Per il futuro che progetti avete?“Intanto stiamo già montando il nostro film successivo, che è un horror in 3d e si chiama La stanza dell’orco. Poi in cantiere abbiamo una storia western. Certo, il nostro sogno sarebbe fare un bel film su un supereroe: magari un bell’Uomo Ragno. Non Spiderman come lo chiamano adesso, eh. Proprio l’Uomo Ragno.”

Nessun commento:

Posta un commento