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giovedì 30 giugno 2011

Cinema e buddismo, una rassegna spirituale

Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera. Una logica stringente non c'è che dire. Alla scansione temporale non si scappa. Spesso però il tempo ci sfugge di mano ed esistiamo senza vivere. La rassegna "Cinema e buddismo. Pensiero, riflessione e spiritualità" in programma allo Spazio Oberdan di Milano dal 29 giugno al 17 luglio prova a farci ricordare l'importanza del ritiro interiore.
E lo fa con una serie di film direttamente o indirettamente influenzati dalla filosofia buddista. A farla da padrone è il regista coreano Kim Ki-Duk, di cui vengono proiettati i quattro film più noti: L'arco, La samaritana, lo splendido Ferro 3 e appunto Primavera,estate ecc. ecc. Ki-Duk che tra l'altro è tornato alla regia dopo tre anni di silenzio. Inconsueto per lui, visto che tra il 2000 e il 2008 aveva sfornato 12 film. La sua nuova opera, Arirang, è stata presentata all'ultimo festival di Cannes fuori concorso e ancora non c'è una data di uscita nelle sale italiane.
Poi ci sono i due documentari inediti su grande schermo per Milano Figlie del Tibet e Tibet il grido di un popolo (premiati in vari festival internazionali), i misconosciuti Samsara e Perché Bodhi Dharma è partito per l’oriente?. Spazio anche ai grandi maestri con il controverso Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci e Kalachakra – La ruota del tempo, uno dei migliori esempi, mai distribuito nelle sale, della curiosità visionaria per l’uomo del grandissimo Werner Herzog. La vera chicca è L'arpa birmana di Kon Ichikawa, un bellissimo film del 1956 ambientato durante la seconda guerra mondiale.

Lorenzo Lamperti

venerdì 24 giugno 2011

A Pesaro torna il nuovo cinema

47 festival che parla. E' dal 1965 che a Pesaro esiste la "Mostra Internazionale del Nuovo Cinema". Fondato da Lino Micciché e Bruno Torri, il festival di Pesaro è una manifestazione atipica nel panorama cinematografico italiano. "E poi, certo, nell’era del glamour e dei tappeti rossi, delle polemiche a mezzo stampa e dei direttori-star, Pesaro rischia di apparire un festival leggermente all’antica, rigoroso e pignolo. E forse non è un male" ha scritto Michele Anselmi su il Riformista. Citazione riportata con orgoglio dal sito del festival.
Così capita che i grossi quotidiani e i grandi media facciano passare sotto silenzio un evento che ha ancora qualcosa da dire, e da dare, al cinema italiano. Anche se non siamo più nel 1968 e non ci sono più Pasolini e Godard tra i manifestanti di Piazza del Popolo. E però l'atmosfera resta particolare, diversa. Diversa da quella di tanti altri eventi più o meno cinematografici. A Pesaro c'è ancora amore per il cinema, e si vede. Le proiezioni, gratis e all'aperto, in Piazza del Popolo sono accompagnate da una cornice di rara educazione. Anche se i film proiettati non sono proprio accessibili al grande pubblico. 
Il concorso ufficiale, intitolato al fondatore Lino Micciché, presenta opere provenienti da tutto il mondo con un minimo comune denominatore: la sperimentazione. Il coraggio. Inutile cercare nomi celebri o star, il bello della selezione dei film di Pesaro è buttarsi e scoprire nuovi film, nuovi mondi. In giuria la brava Isabella Ragonese, sempre molto attiva sul piano culturale e non solo su quello attoriale. La retrospettiva 2011 resta in Russia: dopo le opere di finzione del 2010 ecco i documentari. E poi la rassegna completa dei film di Bernardo Bertolucci, che sabato 25 giugno incontra il pubblico. In serata Dopofestival tra un bicchiere di vino e l'altro e spazio alla videoarte nel suggestivo cortile di Palazzo Gradari. E qui, fino al 27 giugno, di perle se ne trovano parecchie. E allora, pur nella tradizionalità dell'evento, viene alla mente solo un aggettivo per definire il festival: nuovo.

giovedì 23 giugno 2011

I Puffi sanno che un loro film c'è

Nel cinema accanto a te. Puffapero. Ebbene sì, gli omini blu più famosi del pianeta stanno arrivando al cinema. "Che è meglio!" come direbbe il Puffo Quattrocchi, predecessore del Milhouse dei Simpsons e ispiratore delle prese in giro dei compagni delle elementari con gli occhiali.
Il 16 settembre uscirà in Italia il film I Puffi. Gli appassionati dei nanetti ecologisti potranno godersi le peripezie di Puffetta, Grande Puffo & company a tre dimensioni, Eh sì, perché il film uscirà in 3D prodotto da Sony e diretto da Raja Gosnell, regista di tanti film per un pubblico di bambini: Mamma ho preso il morbillo, Scooby Doo parte prima e parte seconda, Beverly Hills Chihuahua tra gli altri. Il progetto del film, nato nel 2002,è stato in incubazione fino al 2008 quando l'hanno preso in mano Columbia Pictures e Sony Pictures Animation. La storia sarà ambientata nel Medioevo, quando il mago malvagio Gargamella scopre il villaggio dei Puffi e li costringe alla fuga. Seguendo Tontolone in una grotta proibita, gli omini blu si ritroveranno nella New York dei giorni nostri. 
In attesa del film, sabato 25 giugno si celebra la giornata mondiale dei Puffi, in onore al loro creatore, Pierre Culliford in arte Pejo, scomparso nel 1992. Columbia e Sony stanno organizzando l'evento in diverse città di tutto il mondo, da Londra a Mosca, da New York a Città del Messico. L'obiettivo è far vestire con costumi da puffo il maggior numero di persone possibile. E chissà quanti lo faranno per tornare ai tempi della loro infanzia. E chissà quanti, prima o dopo aver visto il film, riguarderanno questa sigla.

mercoledì 22 giugno 2011

Arianteo: a Milano arriva il cinema all'aperto

tratto da www.lasestina.unimi.it

Tra stelle e zanzare. Comincia l’estate e a Milano ritorna “Arianteo”, la rassegna di cinema all’aperto che caratterizza da anni le afose serate dei cinefili del capoluogo lombardo. Una rassegna che si divide in tre diverse location: Porta Venezia, Umanitaria e Conservatorio.
La manifestazione, curata dal cinema Anteo di via Milazzo, ha preso il via lunedì 20 giugno con la proiezione de Il Grinta ai Bastioni di Porta Venezia all’interno dei giardini di Palestro. Giovedì 23 si parte anche all’Umanitaria di via San Barnaba, a pochi passi da Crocetta, con In un mondo migliore della danese Susanne Bier, premio Oscar per il miglior film straniero. Venerdì 1 luglio il primo appuntamento in via Conservatorio 12 con il bellissimo film francese Uomini di Dio di Xavier Beauvois. Tutte e tre le sale, rigorosamente all’aperto, presenteranno un film ogni giorno fino a martedì 12 settembre.
Al Conservatorio le proiezioni saranno introdotte da un concerto con musica dal vivo che ben si sposa con le tematiche toccate nei film. Imperdibile il gran finale, con The Tree of Life di Terrence Malick preceduto da musiche di Liszt. Ogni sera si potrà scegliere tra tre diverse opzioni. La costante sarà la presenza delle zanzare. Per godersi i film, meglio preparare le scorte di Autan.

Lorenzo Lamperti

Woody Allen svela il cast di "Bop Decameron"


Un newyorkese a Roma. Woody Allen sta per cominciare le sue vacanze romane. Vacanze di lavoro in realtà, perché l’11 luglio l’autore di Manhattan comincerà le riprese di Bop Decameron, il film ambientato nella capitale italiana. Del nuovo lavoro di Woody Allen si sapeva già che sarà ispirato alle novelle boccaccesche, come si può intuire dal titolo, e che potrà contare sulla presenza di Roberto Benigni. Ora il velo di mistero che avvolgeva gli altri attori del cast è stato tolto.
A Benigni si aggiungono, a sorpresa, Ornella Muti e Antonio Albanese. Con loro anche il divo nostrano Riccardo Scamarcio e Flavio Parenti, notato da Allen in Io sono l’amore di Luca Guadagnino, film che ha avuto un ottimo riscontro di critica e pubblico negli Stati Uniti. A completare il quadro degli attori italiani ci sono Alessandra Mastronardi, la Eva dei Cesaroni, e il tenore genovese Fabio Armiliato. Fuori rosa invece alcuni pezzi grossi annunciati come sicuri: Massimo Ghini, Isabella Ferrari e Sergio Rubini. Ma non è detto che anche gli esclusi eccellenti non possano tornare in gioco. D’altronde Bop Decameron sarà un film d’insieme, dove gli attori italiani reciteranno al fianco delle star mondiali in una struttura a episodi. E chissà chi avrà la fortuna di comparire accanto al vecchio Woody, che torna a recitare dai tempi di Scoop, anno 2006. Con lui la vecchia guardia del suo cinema: Judy Davis, un’alleniana doc sin da Mariti e mogli (1992), Alec Baldwin, già presente in Alice (1990), Penelope Cruz, folle e sensuale in Vicky Christina Barcelona (2008). Poi ci sono due astri nascenti del cinema americano: Jesse Eisenberg, lo Zuckerberg di The Social Network, ed Ellen Page, rivelatasi in Juno.
Insomma, il carrozzone alleniano si arricchisce in questa sua tappa italiana. Dopo Londra, quattro volte, Barcellona e Parigi, anche Roma entrerà nella lista delle città cantate da Woody. In che modo, ancora non si sa. La trama di Bop Decameron, che uscirà in Italia distribuito da Medusa con il probabile titolo di Bella ciao, è ancora un segreto. Di certo si sa che Benigni avrà un ruolo di primo piano e che potrebbe essere drammatico, come quello di Albanese. La vera sfida, però, è quella di non ridurre Roma e l’Italia a pizza, spaghetti e mandolino.

Lorenzo Lamperti

I 13 assassini di Takeshi Miike

 

La trama? Bisogna uccidere in (quasi) gran segreto Naritsugu, il cattivissimo fratello dello shogun. Ma il film non è solo questo, ricco di vita nonostante parli di morte. A metà tra la forma di Barry Lyndon e la sostanza de I sette samurai. O forse un mix tra la forma di El Mariachi e la sostanza di Django? Tutte queste anime convivono nel bel 13 assassini di Takeshi Miike.
Se nel capolavoro di Akira Kurosawa i samurai erano sei, più uno spiantato e umanissimo Toshiro Mifune, e inizialmente si muovevano per vile denaro, qui i difensori del bene assoluto sono il doppio. Dodici, più un brigante di montagna, figura senza contorno e in odore di divinità, che un po’ ricorda lo scimmiotto Sun Wukong (in giapponese Son Goku) dell’antico romanzo cinese di ispirazione taoista Viaggio in Occidente. L’omaggio al maestro Kurosawa ha comunque il merito di limitarsi a una citazione che non scade nel manierismo. La differenza, però, tra l’umano realismo dei sette e il mitico eroismo dei tredici si sente tutta.
Di squartamenti se ne vedono parecchi. Ma tra la prima scena, un harakiri pulitissimo, e l’ultima, sporca di sangue e fango, corre tutto un mondo. Quello giapponese del rispetto totale nei confronti del capo, delle sue scelte e dei suoi ordini. Anche il cattivo più subdolo, quell’Hanbei nemico dell’eroe Shinzaemon, non fa altro che applicare il codice del samurai tanto quanto il suo avversario: obbedienza nei confronti del signore. Che, purtroppo per lui, è una vera carogna. E, in fondo, Miike nella scena finale ci dice proprio che male assoluto e bene assoluto non esistono.
Il film è insomma scisso in due parti. Una prima, nella quale forma e sostanza coincidono, creando un connubio tra la grande filosofia della vita giapponese e la cura maniacale dei dettagli di Kubrick. Luci e fotografia molto curate, con scene in cui i volti degli attori sono illuminati solo da candele e lanterne. Nella seconda parte, invece, il film cambia faccia, ammiccando un po’ alla vena splatter del regista. Con scene di battaglia molto lunghe, ma che non cedono del tutto alla linea Rodriguez-Tarantino e piuttosto ricordano la bellezza dei grandi manga nipponici (Vagabond su tutti).
Chi conosce il mondo giapponese potrà apprezzare il film. Chi non lo conosce potrà goderselo. Forse un po’ di meno, forse un po’ di più.

lunedì 13 giugno 2011

VIDEO: Intervista esclusiva a Maurizio Nichetti

Intervista a Maurizio Nichetti realizzata a Stresa da Lorenzo Lamperti, Silvia Favasuli, Stefano Glenzer e Francesco Riccardi

VIDEO: Incontri cinematografici di Stresa

Dal 1 al 6 giugno si è tenuta la sesta edizione degli "Incontri cinematografici di Stresa". Tra gli appuntamento più importanti della rassegna, l'incontro con Maurizio Nichetti, che presentava il film d'animazione L'eroe dei due mondi, e la consegna del Cigno d'oro a Gaglianone, il regista di Pietro

Tel chi el cinema vi offre il video realizzato a Stresa da Lorenzo Lamperti, Silvia Favasuli, Stefano Glenzer e Francesco Riccardi.



giovedì 9 giugno 2011

I 50 anni di Michael J. Fox

Michael J. Fox è arrivato al futuro. Giovedì 9 giugno l'attore canadese, celebre per l'interpretazione di Marty McFly nella saga di Ritorno al futuro, compie 50 anni. "Forse non siete ancora pronti per questo, ma ai vostri figli piacerà", recitava Marty Mc Fly al pubblico del "Ballo incanto sotto il mare" dopo aver suonato Johnny B. Goode. Be' lui, Michael J. Fox è piaciuto sia a genitori che figli, diventando una delle indiscusse star degli anni '80.
Un traguardo importante per Michael J. Fox, che nel 1991, a 30 anni, gli è stato diagnosticato il morbo di Parkinson. Una sventura per molti, ma lui si è fatto forza per continuare: "Il Parkinson mi ha salvato la vita. Prima vivevo a 100 all'ora e bevevo, ora mi sono avvicinato alla famiglia". Michael, che ha reso pubblica la sua malattia solo nel 1998, è sposato dal 1988 con l'attrice Tracy Pollan e ha avuto quattro figli. La malattia gli ha impedito di continuare a pieno regime la sua carriera al cinema e ora si dedica più che altro alla televisione. E' apparso in alcuni episodi di Boston Legal e più recentemente nei serial Rescue Me e The Good Wife.
Nel 2010, in occasione dei 25 anni dall'uscita del primo capitolo di Ritorno al futuro, ha rivestito i panni di Marty McFly in un remake del trailer del film. E nonostante il passare del tempo, sia Michael che il film sembrano sempre giovani.

Lorenzo Lamperti

martedì 7 giugno 2011

A Milano più dintorni che Cannes


Cannes è dietro l’angolo. Anzi, è nei cinema di Milano. Per respirare l’aria della Croisette basta scendere le scale dell’Apollo o dell’Anteo. La rassegna “Cannes e dintorni” occupa sette schermi milanesi da mercoledì 8 a martedì 14 giugno con una selezione di film presenti all’ultimo festival di Cannes.
L’edizione 2011 della più importante manifestazione festivaliera cinematografica del mondo è stata molto ricca e si è chiusa lo scorso 22 maggio con la vittoria di Terrence Malick per The Tree of Life. Il film di Malick è presente nella rassegna milanese, in programma l’8 giugno al cinema Colosseo. In tutto si potranno vedere sette opere delle selezione ufficiale, tra cui Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne e La source des femmes del rumeno Radu Mihaileanu. Particolare interesse per The Artist di Michel Hazanavicius, il film muto e in bianco e nero che è valso la Palma all’attore protagonista Jean Dujardin. Trova asilo a Milano anche Melancholia di Lars von Trier, cacciato dalla Costa Azzurra dopo le sue dichiarazioni sul nazismo e Israele. In programma anche altri 13 titoli delle sezioni minori di Cannes, “Un Certain Regard” e “Quinzaine des Réalisateurs”. Salta all’ultimo momento Le Havre del finlandese Aki Kaurismaki, uno dei lavori più interessanti dell’anno. E sono tante le assenze eccellenti: da Woody Allen con il film girato a Parigi a Pedro Almòdovar. Da vedere Corpo celeste, opera prima di Alice Rohrwacher, sorella dell’attrice Alba.
I biglietti per assistere alle proiezioni si possono acquistare all’Infopoint del cinema Apollo di Galleria de Cristoforis tra le 13 e le 20 oppure online sul sito www.lombardiaspettacolo.com. Il costo per la singola proiezione è di 7 euro, ma è possibile entrare anche spendendo meno: il biglietto è di 5,50 euro con le tessere Agis, Fnac e Centre Culturel Français e di 2 euro con il coupon pubblicato ogni giorno, dal 6 al 14 giugno, sul Corriere della Sera.

Lorenzo Lamperti