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martedì 28 dicembre 2010

Il cinismo di Woody Allen

“La vecchiaia l’ha fatto diventare cinico”. “Prima faceva film allegri, ora li fa tristi”. “Con il tempo ha cambiato il suo modo di vedere il mondo”. Sono queste le frasi più gettonate che hanno accompagnato pareri, critiche, recensioni all’ultimo film di Woody Allen. You will meet a Tall and Dak Stranger (Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni) è un film cinico e piuttosto triste. Ma dov’è la novità? È da Annie Hall (Io e Annie) che Allen propone una visione della vita non certo ottimistica.
Anthony Hopkins e Naomi Watts in
una scena dell'ultimo film di Woody Allen
L’inutile affannarsi alla ricerca della felicità, gli amori, le passioni, le relazioni sentimentali: tutto è sempre stato per Allen vano per trovare un completamento all’esistenza. Molto rumore per nulla, citando Shakespeare e la voice over dell’incipit del nuovo film. Allen ha sempre creato personaggi irrequieti sentimentalmente, ma incapaci di trovare la leggerezza dell’essere. L’unico sollievo per Allen è la creazione artistica, che per lui è un vero e proprio lavoro. Fare un film all’anno è il suo modo di esorcizzare le paure e di rifiutare la morte. Anhedonia è la parola chiave per capire i personaggi di Allen, ovvero incapacità di trarre felicità dall’esistenza. Doveva chiamarsi così Annie Hall, ma si potrebbe chiamare così tutta la sua produzione. Hannah and her Sisters, Crimes and Misdemeanors (Crimini e misfatti), Husband and Wives (Mariti e mogli) sono solo alcuni dei film che mostrano come il turbinio di sentimenti non faccia altro che riportare i personaggi alleniani alla stessa infelicità di partenza. You will meet a Tall and Dark Stranger non fa altro che inserirsi su un percorso già tracciato.
Cosa cambia dai film di qualche anno fa? Semplice, lui non recita più. Per quello gli ultimi film di Allen sembrano più cupi. Non essendoci più la sua maschera sullo schermo, lo spettatore non ride e non ha un palliativo di fronte ai temi tragici che il regista newyorkese ha sempre trattato, pur mitigati dalla sua tagliente ironia. Dostoevskijano, cechoviano, o’neilliano, sofocliano, sartriano, ibseniano. Niente di tutto questo. You will meet a Tall and Dark Stranger è un puro film alleniano.

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