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giovedì 17 febbraio 2011

Dorian Gray, la malafemmina ci ha lasciato

"Veniamo noi, con questa mia, addirvi... addirvi una parola". Firmato: "i fratelli Caponi, che siamo noi". Solo lei ha ricevuto una lettera del genere da loro. La lei è Dorian Gray. No, non il protagonista del celebre racconto di Oscar Wilde, quello era un uomo. La Dorian Gray in questione era Maria Luisa Mangini, morta suicida a Torcegno, Trentino, mercoledì 16 febbraio. I loro erano Totò e Peppino De Filippo. La maggior parte degli italiani la ricorda con loro, nel magnifico Totò, Peppino e la malafemmina di Camillo Mastrocinque, anno 1956. In quel film Dorian Gray fa la ballerina a Milano, e quindi una donna di malaffare per i sudisti zii di Gianni, innamorato perso della biondona sexy. E non era solo Teddy Reno, il Gianni del film, a essere innamorato di lei. Nel 1954 un servizio su Le Ore lanciava Dorian Gray, ritraendola con un trucco alla Marylin. 
Dorian era di Bolzano, e prima di lavorare con Totò e Peppino faceva la parte della bella maggiorata in commedie di scarse pretese. Dopo aver svestito i panni della malafemmina, prova a sfondare nel cinema d'autore. Ha un ruolo ne Le notti di Cabiria, Fellini, fa la benzinaia ne Il grido, Antonioni, soprattutto vince un Nastro d'argento per la prova in Mogli pericolose di Luigi Comencini. A differenza di molte altre attrici italiane, non sposa un produttore. Forse anche per questo Hollywood rimane solo un sogno per lei. Quando non ha ancora compiuto 30 anni si ritira dal cinema e torna a Bolzano, anzi a Torcegno. Ed è qui che 45 anni dopo si toglie la vita sparandosi in testa. E ora ci saranno quelli che si produrranno in paralleli e paragoni con Monicelli e altri celebri attori, attrici e registi suicidi. Ma lei era solo e semplicemente Dorian Gray, e probabilmente non era invecchiata solo su una tela.

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