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venerdì 11 febbraio 2011

Berlino Film Festival 2011

Che verso fa l'Orso? E' da tempo immemore che il cinema italiano non lo ascolta più. Esattamente dal 1991. Anno in cui Marco Ferreri vince il festival di Berlino, e dunque l'Orso d'oro, con La casa del sorriso. Da allora, solo mazzate, esclusioni, indifferenza. Per il 2011 la parola dell'anno è macchietta: i tedeschi potranno divertirsi con Qualunquemente di Antonio Albanese, presentato venerdì 11 febbraio ovviamente fuori concorso. Fa comunque specie l'indifferenza generale, soprattutto in televisione, verso questo festival, che ha da tempo sbaragliato Venezia al secondo posto delle manifestazioni cinematografiche più importanti in Europa.
L'edizione 2011 si è aperto giovedì 10 febbraio con Il Grinta dei fratelli Coen, accolto bene dalla critica e benissimo dal pubblico. Jeff Bridges ha spopolato tra interviste e photocall. Ma la Berlinale diretta da Dieter Kosslick ai lustrini lascia poco spazio. Molta sostanza, dunque, con un interessante misto di grandi maestri ed esordienti più o meno giovani. Nella prima categoria rientrano Wim Wenders e Werner Herzog che presentano rispettivamente una biografia di Pina Bausch e un documentario in 3d. Presente anche Bela Tarr, il maestro del cinema ungherese, con The Turin Horse, che racconta un episodio della vita del filosofo Friedrich Nietzsche. Esordio dietro la macchina da presa per Ralph Fiennes con Coriolano, trasposizione del dramma shakespeariano. L'incombenza di consegnare l'Orso ce l'avrà Isabella Rossellini, che presiede la giuria.
Tra le numerose sezioni collaterali meritano una citazione Culinary Cinema, consueta rassegna di titoli legati al tema del cibo, e la retrospettiva su Ingmar Bergman. Si tratta di un omaggio a uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Per il pubblico di Berlino sarà possibile vedere non solo i moltissimi film da lui diretti, ma anche quelli da lui sceneggiati, a partire da Spasimo di Alf Sjoberg. Con Bergman si va sul sicuro, tra i suoi film se ne può vedere uno qualunquemente.

Lorenzo Lamperti

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