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martedì 12 aprile 2011

Bertolucci Palma d'oro alla carriera

Prima palma a Cannes. Il prossimo 11 maggio Bernardo Bertolucci riceverà dalle mani di Robert De Niro la Palma d'oro alla carriera. Il festival di Cannes si tinge sempre più di azzurro. Giovedì 14 aprile si annuncia la lista dei film che saranno sulla Croisette, e sembra scontata la presenza di Nanni Moretti e Paolo Sorrentino. La notizia di Bertolucci porta l'italianità ai massimi livelli consentiti. 
Bertolucci, un regista che arriva sempre prima della rivoluzione. Una carriera in costante anticipo sui tempi. Sperimentatore, vanesio, qualche volta compiaciuto, rischioso, provocatorio, scandaloso. Bertolucci è il più europeo dei registi italiani. Sarà per questo che piace più in Francia che in patria. Figlio di un poeta, sceneggiatore e vicino di casa di Pasolini, Bertolucci esordisce al cinema con La commare secca. Con Prima della rivoluzione anticipa il '68 e parla di temi quantomeno scomodi in un Paese nato e cresciuto sotto l'egida vaticana: l'incestuoso amore tra zia e nipote. In Partner si lascia andare alla sperimentazione avanguardistica rileggendo in chiave molto libera Il sosia di Dostoevskij. Da Il conformista a Strategia del ragno,  rilegge in chiave edipica la provinca e la politica italiane. Considerato un eretico dopo Ultimo tango a Parigi, da lì in poi emigra spesso e volentieri per firmare megaproduzioni internazionali. Da Novecento, affresco della storia contemporanea italiana con Robert De Niro e Gerard Depardieu, Bertolucci inanella una serie di filmoni: Il té nel deserto, L'ultimo imperatore, con porta a casa 9 Oscar, Piccolo Buddha e Io ballo da sola con una giovanissima Liv Tyler. Nella seconda metà degli anni Novanta si acquieta un pochino, poi torna alla ribalta nel 2004 con The Dreamers, col quale prova a rivivere il '68. Da lì in poi il silenzio, anche se sta per girare l'adattamento cinematografico di Io e te, il romanzo di Ammaniti. Addirittura in 3d.
Nel frattempo andrà a ritirarsi la Palma a Cannes. Per il giubilo dei critici francesi, sempre pronti a sottrarci gli artisti poco amati in patria. E per la rabbia di Marco Muller. Eh sì, perché secondo indiscrezioni il direttore del Festival di Venezia era già pronto per annunciare Bertolucci come presidente della giuria della prossima kermesse in Laguna. E ora che si fa?

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