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lunedì 26 settembre 2011

Carnage, il massacro di Polanski

Faust di Sokurov deve essere davvero un capolavoro. Eh sì, perché vedendo Carnage non si riesce a capire come possa non aver vinto l'ultimo festival di Venezia. Ispirandosi all'opera teatrale "Il Dio del massacro" di Yasmina Reza, qui co-sceneggiatrice, Roman Polanski torna ai più alti livelli della sua produzione cinematografica.
Carnage è un dramma da camera, nel vero senso della parola. Tutto il film si svolge all'interno di una stanza, il salone della coppia Jodie Foster-John C. Reilly, che "ospitano" un'altra coppia, quella composta da Cristoph Waltz e Kate Winslet. L'obiettivo è trovare un accordo pacifico dopo che il figlio dei secondi ha picchiato quello dei primi con un bastone. Prima e dopo il corpus del film, i due quadri esterni che ritraggono i due bambini in campo lunghissimo. Una lezione di cinema e non solo, quella dell'autore di Rosemary's Baby, che indaga sulle meschinità, vizi e invidie degli uomini e donne del nostro tempo.
Tutto è giocato sulla ripetizione e la complicità con gli attori, tutti in stato di grazia. Il film gioca continuamente su due livelli paralleli: il parlato, l'esplicito, che invade tutta la storia in un flusso continuo, e il non detto, l'implicito, che arriva allo spettatore costretto a guardare tra le pieghe dell'immagine, tra il suono delle parole. I tic dei protagonisti tornano prepotenti e caratterizzano al massimo i quattro. Lo spettatore sa tutto di loro, pur non sapendo nulla. Li si vede solo in azione nel momento, in divenire, ma sembra di conoscerne passato e presente. Addirittura il futuro. Anche se prima e dopo il loro "civile" incontro non c'è nulla. Solo i loro figli.
Sopra le righe Jodie Foster, la paladina dei diritti civili che scrive libri sull'Africa e la fame nel mondo e non si perde una mostra d'arte. Divertentissima Kate Winslet, frustrata donna in carriera trascurata dal marito che prima vomita sul prezioso tavolo della Foster e poi si ubriaca col whisky. Efficace John C. Reilly, sempliciotto che si sforza di sembrare culturalmente attivo per compiacere la moglie, ma che poi lascia per strada di nascosto il criceto della figlia. Straordinario Cristoph Waltz, avvocato senza scrupoli che sputa sentenze e sta sempre al telefono.
Incredibile come un film costruito in questo modo riesca a essere sempre più appassionante, mano a mano che si scoprono le piccole amoralità, le grandi contraddizioni e l'impossibilità di comunicare degli esseri umani. E non credete a chi vi dice: potrebbe essere uno spettacolo di teatro. Carnage è un film e rappresenta al meglio l'arte cinematografica. Se la macchina da presa non si fa notare non significhi che non ci sia e non sia sapientemente manovrata. E poi a teatro come si potrebbe leggere la rabbia sul volto di Jodie Foster, la frustrazione su quello della Winslet, la meschinità in quello di Reilly e la strafottenza su quello di Waltz?

Lorenzo Lamperti

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