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domenica 4 settembre 2011

Venezia, giorno 4: Migranti di successo

Al Pacino in versione Tony Montana nel 2011
Più che i suoi anni, 71, suonano gli applausi. Al Pacino si gode l'ennesima giornata trionfale della sua splendida carriera. Venezia è andata in deliquio per lui dopo aver assistito alla proiezione di Wild Salome, l'opera tratta da Oscar Wilde che segna il ritorno del vecchio Al dietro alla macchina da presa.
Dopo Riccardo III, Pacino si butta in un'altra impresa cinematografica: recuperare la figura della bella figlia di Erodiade, qui interpretata dalla rossa Jessica Chastain, reduce dal successo di The Tree of Life, malickiana Palma d'oro all'ultimi festival di Cannes. Alla conferenza stampa introdotta direttamente da Marco Muller, Al Pacino ha innanzitutto ricevuto il premio alla carriera Jaeger-Le Coultre e poi ha spiegato i motivi del suo ritorno da regista: "Volevo gettare una luce su Oscar Wilde. Per gli americani la cultura e la letteratura europee sono vissute come qualcosa di estraneo". La stessa cosa l'aveva fatta 15 anni fa con Shakespeare ma neppure Riccardo III aveva suscitato quegli entusiasmi di Wild Salome.
Al Pacino è parso in ottima forma, e questo sembra un periodo molto positivo per l'attore di tanti grandi film da Il Padrino a Carlito's Way. Solo qualche settimana fa era stato avvistato alla festa per l'uscita in Blu Ray di Scarface. Il 71 enne Al era vestito alla Tony Montana, il protagonista del celebre film di Brian De Palma datato 1983. 
E se Al Pacino, viste le sue origini, si può definire un migrante di successo, anche se non di prima generazione, giusto che la proiezione di Wild Salome capiti nello stesso giorno di quella di Terraferma di Emanuele Crialese. Anche qui si parla di migranti, anche se purtroppo non di successo. Terraferma racconta una terra, la Sicilia, terra d'origine sia di Crialese sia di Al Pacino. In una piccola isola si intrecciano i destini dei suoi abitanti, toccati dagli arrivi dei clandestini, provenienti dal Nord Africa, e in particolare quelli di due donne, un'isolana e un'immigrata. Crialese torna sulle tematiche del suo film precedente, Leone d'Argento a Venezia nel 2006, Nuovomondo. Se lì c'era una ricostruzione storica, con l'emigrazione degli italiani in America, qui si raccontano quasi fatti di cronaca, anche se Crialese dice: "La cronaca era tutto quello che sapevamo di dover evitare, un bagaglio da rielaborare e trasformare, per uscire dal linguaggio televisivo e cronachistico". 
Fortuna o miseria, alla fine è tutta questione del caso. O di latitudine.

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