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giovedì 1 settembre 2011

Venezia, giorno 1: l'importanza di chiamarsi George

"Temo che si sbagli". Eh no caro George, che non sbagliamo. Venezia ti adora, e tu adori (forse) Venezia. Inizia una nuova Mostra Internazionale d'arte cinematografica, la 68esima per l'esattezza, e arriva subito la conferma di un amore, quello tra il Lido e George Clooney.
Il bel George ha aperto il festival, dopo la preinugurazione di Ezio Greggio, con il suo thriller politico Le idi di marzo e si è portato subito a casa una discreta dose di applausi. "Non è un film politico" ha detto lui in conferenza stampa "ma sui temi morali". Ma intanto sono già partite le polemiche, soprattutto negli Usa, per un film che non fa sconti ai democratici, ma anzi ne svela intrighi e bassezze. "Onesto fino all'intransigenza", così è stato definito il nuovo lavoro registico di Clooney, avvezzo a opere dal respiro di denuncia sociale: basti ricordare Syriana e per certi versi anche il capostipite, Good Night and Good Luck. Clooney, sprovvisto di Canalis ma dotato di un nutrito cast insieme a lui sul tappeto rosso: Ryan Gosling, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei e soprattutto Evan Rachel Wood dovrebbero aver fatto passare la nostalgia dell'ex valletta di Controcampo ai fotografi in Laguna.
Il comasco George, comunque, ci aveva già pensato dalla conferenza stampa a conquistare tutti, presentandosi disteso e sorridente, sciorinando una battuta dopo l'altra: ""Perché ho avuto questi attori meravigliosi? Avevo delle loro foto compromettenti. Se mi è piaciuto fare il regista di me stesso? Andava proprio bene quella sequenza, bravo George!''. Stavolta nessuno ha fatto riferimenti alla sua presunta omosessualità, com'era invece accaduto nel 2009 quando George si trovava a Venezia in veste di attore e produttore de L'uomo che fissa le capre.  Piuttosto sembra di essere tornati un anno indietro, nel 2008, quando George era arrivato al Lido con l'amico Brad Pitt per il Burn After Reading dei fratelli Coen. Eh sì, il feeling tra il Cary Grant del Terzo Millennio e il Lido è di vecchia data e chissà che stavolta non possa arrivare pure un Leone per suggellare l'amore. Cronenberg permettendo.

Lorenzo Lamperti

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