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sabato 10 settembre 2011

Venezia, i vincitori. Ecco chi porterà a casa il Leone d'oro (forse)

Ormai ci siamo, anche l’edizione 2011 del festival di Venezia sta per passare agli annali. Si attende solo la consegna del Leone d’oro in Sala Grande nella giornata di sabato 10 settembre. Come sempre è già scattato il toto-Leone. Proviamo a vedere chi potrebbe spuntarla.
Partiamo da due fondamentali presupposti: primo, con questa edizione scade il mandato di Marco Muller e, secondo, il presidente della giuria è l’eccentrico regista americano Darren Aronofsky. Cominciamo da Muller e andiamo a vedere quali sono i leoni del suo mandato. Si comincia con Il segreto di Vera Drake di Mike Leigh (2004), poi ecco I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee (2005), Still Life di Jia Zhang Ke (2006), Lussuria di Ang Lee (2007), The Wrestler di Aronofsky (2008), l’israeliano Lebanon (2009) e Somewhere di Sofia Coppola (2010). Un complesso abbastanza eterogeneo ma comunque tutti film piuttosto d’autore. Spiccano i tre leoni cinesi con addirittura la doppietta di Ang Lee, anche se uno dei suoi due film è girato negli States. Si sa che la passione di Muller è il cinema cinese, ma Still Life e Lussuria non sono opere all’altezza. Poi abbiamo due americani, un britannico e un israeliano. Azzeccati Brokeback Mountain e The Wrestler e azzecatissimo Lebanon per la sua qualità cinematografica, molto meno Vera Drake e soprattutto il borioso e inutile Somewhere. Che cosa manca nell’elenco? Un film italiano. È il desiderio del ministro Galan, quello di veder vincere un film nostrano per ridare lustro e importanza alla Mostra. Se Muller ambisce alla riconferma del mandato deve sperare che la giuria premi un italiano.
La giuria, appunto. Di solito si tende a identificare il verdetto con il presidente e quasi mai è uno sbaglio. Basti ricordare due casi celebri: Wim Wenders che premia un americano a Venezia dopo tempo immemore (proprio Aronofsky con The Wrestler) confermando la sua passione a stelle e strisce e poi Tim Burton che a Cannes 2010 consegna la Palma al thailandese Apichatpong Weerasethakul per il tedioso Zio Boonmee eccetera eccetera. Cosa piace ad Aronofsky? Il cinema di ricerca e soprattutto perturbante. I nomi che più si accostano al regista di Black Swan sono certamente David Cronenberg con il suo A Dangerous Method e Sokurov con il suo Faust. Ma attenzione, negli ultimi giorni un regista in concorso potrebbe aver pronunciato la parola magica: “Il mio unico riferimento cinematografico è David Lynch. Quando vidi Eraserhead pensai che fosse la cosa più bella che avessi mai visto”. Firmato Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi, fumettista ed esordiente autore de L’ultimo terrestre. Aronofsky adora Lynch ed è debitore del suo cinema. Basti vedere l’esordio di Aronofsky, Pi greco, un Eraserhead a venti anni di distanza.
E allora ecco che i sogni di Galan, l’ambizione di Muller e il gusto di Aronofsky potrebbero conciliarsi nella scelta di Gipi. Un Leone d’oro a un alieno. Di certo non si può dire che il pensiero  non sia suggestivo. Ma attenzione, c'è chi parla di Shame di Steve McQueen e soprattutto di Carnage di Roman Polanski. Quella di Polanski sarebbe forse la scelta più popolare e mediatica della giuria, e allora a prescindere della qualità, che si dice ottima, del film potrebbe essere questa la scelta finale. Ancora qualche ora e vedremo.


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