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venerdì 18 marzo 2011

Dylan Dog? Mica tanto

“Giuda ballerino, ma questo non è Dylan Dog”. È il commento più frequente tra quanti hanno già avuto l’opportunità di vedere il film Dylan Dog di Kevin Munroe, uscito nei cinema italiani in anteprima mondiale mercoledì 16 marzo. E tutti i torti non ce li hanno mica. La schiera di appassionati del fumetto di casa Bonelli sono numerosissimi e si sentono traditi dalla versione cinematografica. E via le polemiche, con il regista costretto a difendersi in qualsiasi modo. “Abbiamo mantenuto lo spirito”, “Per metterci tutto Dylan Dog avrei dovuto pinzare il fumetto” e così via. Kevin Munroe è stato messo alla berlina alla conferenza stampa di Roma. Il punto è che non tutti sanno che si tratta di un’operazione più che decennale, passata di mano in mano fino a perdere lo spirito originario. Produzione scadente, sceneggiatura agghiacciante e attori inadeguati. È questo il problema del film. Che non avrebbe dovuto chiamarsi Dylan Dog. Per carità, è giusto che il cinema non rispetti alla lettera il testo adattato, sia un libro o un fumetto. Anzi. Ma il punto è che qui il nome Dylan Dog sembra proprio un’etichetta posticcia su un prodotto di serie B. Non c’è Groucho, non c’è il maggiolino e non siamo a Londra ma a New Orleans. Insomma, di Dylan non c’è traccia se non nella camicia rossa e nella giacca nera indossata dal palestrato Brandon Routh, più Superman che indagatore dell’incubo. Problemi di diritti, di esclusive della Disney sul maggiolino bianco e altre limitazioni. E allora perché chiamare il film per forza così? Sergio Bonelli, l’editore, e Tiziano Sclavi, il creatore, non avevano mai visto il film prima dell’uscita ma probabilmente non saranno felicissimi di vederne il risultato. Così come Sergio Bonelli non aveva particolarmente amato Tex e il signore degli abissi, film culto con Giuliano Gemma. “Ho passato gli ultimi 30 anni a dire che con quel film non c’entro niente” ci ha detto in una recente intervista. “Può essere il primo capitolo di una trilogia”, dice Kevin Munroe. Ecco, questo è l’unico vero incubo dei fan di Dylan Dog.

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