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venerdì 25 marzo 2011

Sucker Punch, il 300 al femminile

Un istituto di igiene mentale, un bordello e un castello difeso da un drago. Non stiamo parlando di Qualcuno volò sul nido del cuculo o di Moulin Rouge. E nemmeno de Il signore degli anelli. Il film in questione è uno solo e si chiama Sucker Punch, ultima coatta fatica di Zack Snyder, il regista di 300 e Watchmen, che sono diventanti dei veri e propri cult nel giro di pochi anni. 
La storia è quella di Baby Doll, una ragazzina che viene rinchiusa in un istituto di igiene mentale. Entro cinque giorni verrà lobotomizzata. Baby si rifugia in una realtà alternativa, un bordello dal quale progetta di fuggire insieme ad altre quattro ragazze. Per riuscirci usa la danza, e mentre balla si immagina eroina armata fino ai denti immersa in un mondo fantasy. Baby Doll ha le fattezze della platinata Emily Browning, eroina ideale di un'avventura immaginistica.
Ritmi psichedelici, musica invasiva, estetica a metà tra videogame e fumetto. Sucker Punch è un colossale e rumoroso prodotto di entertainment, che non rimane ma non annoia. Zack Snyder mescola a grandi dosi il testosterone e le scene di guerra di 300 con lo stile accurato di Watchmen, declinando il tutto al femminile. Snyder mette in più tutta la sua qualità registica, anche se l'eleganza stilistica di Watchmen viene qui dissimulata dal gusto citazionistico, dalla saga dell'anello a Matrix. Il risultato è un epic/fantasy shakerato che riesce nel suo obiettivo: intrattenere. Rumorosamente.

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